vivere la gioia

19.03.2018

ricordo di aver letto un evento simile a quello di cui vado a narrare, capitato di recente anche ad un'altra collega.    bello dai, mi sento meno solo.

oggi stavo lavorando all'editing di un matrimonio di inizio giugno, un bel matrimonio, tanti invitati, quasi tutti giovani. sul sagrato una grossa cesta di riso, pronto per essere lanciato. come mio solito, raccomando agli sposi di non coprirsi il volto mentre escono dalla chiesa, ma di godersi il riso. esco, mi preparo alla pioggia che inevitabilmente mi investirà, dalle retrovie, è un classico, ormai ho l'abitudine.

proprio adesso, stavo riguardando le immagini dell'uscita da chiesa, e con mio sgomento vedo pochissimo riso per aria. inizio a preoccuparmi, a temere di aver scattato troppo presto, ma no, c'è tutta la sequenza, gli sposi che timidamente escono, un paio di manciate gli piovono addosso, un paio di bambini corron verso gli sposi, e poi la nonna, la prima a salutarli. qualcosa non torna. il riso c'era ed era tanto. guardo allora le foto della mia collega, che ha fotografato l'uscita dall'interno della chiesa.

lì ho capito.

un centinaio abbondante di invitati, tutti a sgomitare alle mie spalle, con smartphone, tablet e reflex in mano. tutti pronti a fotografare un lancio del riso che non c'è stato. impegnatissimi a fare ciò che dovevo fare io, e nessuno a fare l'unica cosa che doveva fare:

un gesto d'augurio per gli sposi.

il lancio del riso, è una tradizione antichissima, con la quale si intende augurare alla coppia, abbondanza e prosperità. forse sarebbe stato bello, per quella coppia, veder portata avanti questa tradizione dai propri amici, dai propri cari.

avranno però centinaia di foto, più o meno simili dello stesso momento che non c'è stato.

ah già, avranno anche un bello slowmotion in 4k, sfornato dall'ultimo melafonino.

di cosa però, ancora non l'ho capito.