SALGADO DICE CAZZATE.

31.05.2018

bene, a quanto pare ora ho la vostra attenzione. oggi mi sono imbattuto in questo post che avrete sicuramente visto anche voi e voglio subito rassicurarvi, salgado non dice cazzate.

è vero, appena ho visto il titolo ho pensato "che cazzata", pensando fosse uno dei soliti siti bufalari come "ilfattoquotidaino" o "larepubbica".   invece no, si trattava di una rivista che -almeno oltreconfine- è un istituzione, quindi anziché passare oltre, mi son preso la briga di leggerlo.

avevo già in programma di scrivere un post sui fotofonini, ma questo caso mi offre lo spunto per una riflessione ben più ampia.

anzitutto, non fermiamoci al titolo, un banalissimo clickbait, la stessa tecnica che ho usato io scrivendo questo post.       la maggior parte degli utenti dei social, si limita a leggere il titolo, condividendo il post senza nemmeno aprirlo e leggerlo, tanto varrebbe -per l'autore- risparmiarsi la fatica e limitarsi a fare un copia-incolla della ricetta della casòla, presa da giallozafferano, ben pochi se ne accorgerebbero.

©RolligStone
©RolligStone

leggendo il lungo articolo, si arriva ad una imbeccata dell'autore esplicita sui telefonini, quindi di suo, non è una dichiarazione spontanea.  (molto probabilmente salgado se ne batte la ceppa di cosa usiamo per scattare, fatevene una ragione)    poi leggendo, scopriamo che le parole sono diverse nel testo e si evince un pensiero ben diverso da quello espresso nel titolo acchiappalike, che riguarda principalmente la fruizione delle immagini, un riassunto semplicistico per dire che le foto stampate sono fighe e dureranno nel tempo   -sai che novità- 

in sostanza, in poche righe si fa un parallelo tra le fotografie che i nostri genitori ci scattavano quando eravamo nel seggiolone, impresse su pellicola, e che venivano obbligatoriamente stampate tutte,  spesso conservate in un cassetto del soggiorno o in una scatola di scarpe, confrontandole con quelle attuali, realizzate con i telefoni e che nel 99.9% dei casi, proprio nei telefoni restano e con essi, spesso scompaiono.

io. in una delle famose foto in fondo al cassetto
io. in una delle famose foto in fondo al cassetto

vi siete accorti di nulla? pensateci, manca un passaggio. non siamo passati direttamente dalla kodak usa&getta all'iphone, perdindirindina! di mezzo si è diffusa la fotografia digitale, che anche il buon sebastiao utilizza, ed è proprio con la diffusione di quella, che si è smesso di stampare le foto ricordo.

o forse ancora da prima. si perché in fondo, i nostri genitori erano di fatto obbligati a stampare tutte le foto, perché salvo alcuni casi, dove il papà era un fotoamatore con un minimo di esperienza, si portava il rullino al laboratorio, che ce lo restituiva qualche giorno dopo, una bella busta con dentro tutte le 12-24-36 stampe, che non avevamo richiesto.

pensateci.  quante di quelle stampe sono finite in un album o in una cornice? e tutte le altre? se sono fortunate, sono sul fondo di un cassetto, altrimenti son finite nella spazzatura, senza nemmeno passare dal via. eppure cavoli, le avevamo pure pagate, quelle stampe! non stupiamoci quindi se oggi non stampiamo le fotografie fatte con i telefoni.

foto mia, con un melafonino
foto mia, con un melafonino

sembra di essere tornati agli anni 80'.     ve li ricordate gli anni 80? io si ero un bambino, ma già mi piaceva la fotografia, anche se per la mia prima reflex e fotografia cosciente bisogna aspettare il 91.

negli anni 80 appunto nascevano le prime reflex con gli automatismi, e nei circoli si scatenavano le diatribe tra "meccanici" e "elettronici".  se i primi sostenevano che usare gli automatismi -leggi priorità di tempi/diaframmi- fosse solo una scorciatoia, i secondi rispondevano che ad usarli non c'era nulla di male, a patto che si sapesse cosa comportava variare quei valori.

poi nei primi 2000, l'arrivo delle reflex digitali e la mia prima eos 300d.   toccava a me, sentirmi dire al circolo "con il computer siam tutti bravi!", e rispondere che la fotocamera non faceva le foto da sola, e che prima di arrivare ad un photoshop -che non sapevo usare- dovevi prima scattarla correttamente, quella foto, con tempi, diaframmi, terzi etc...

oggi la storia non è cambiata, si è solo evoluta, verso i telefoni.  e noi saremo li, pronti a dibattere sull'ennesimo inutile scontro, pronti a scrivere l'ennesimo inutile clickbait.  (come questo).

fabio